Benitez: “Il calcio è bugia, studiavo tre tecnici italiani. Napoli? Città calorosa, non è difficile ambientarsi. Scudetto? Sarà dura, ma ho fiducia”

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L’edizione odierna de La Repubblica riporta una interessante intervista aRafael Benitez, tecnico del Napoli che – in attesa del rientro dei nazionali – ha iniziato a preparare la sfida contro la Roma di venerdì sera.

Cos’è il calcio? “Il calcio è bugia. Certe verità non conviene dirle in pubblico. Lo so anch’io se un mio giocatore ha giocato male, ma non lo ammetterò mai in tv o sui giornali. Lo brucerei, e invece mi serve. Ma è mio diritto e dovere, in privato, parlare con quel giocatore e dirgli dove ha sbagliato e come fare per non rifare quell’errore. Altrimenti, che ci sta a fare un allenatore?”

Benitez ha parlato anche di Sacchi, dicendo che quel Milan resta nella storia del calcio e ricordando quando andava a Milanello per osservare dal vivo i rossoneri. Benitez ha inoltre svelato di aver studiato anche da Capello – sempre al Milan – e quando Ranieri allenava la Fiorentina.

La tattica cambia in base alle mode del momento? “Da quando sono a Napoli ho affrontato squadre tutte diverse quanto a impianto. Su questo argomento ho anche scritto un pezzo per il Telegraph: qui c’è una grande varietà di moduli, ci vuol poco a passare dal 4-5-1 al 4-3-3. Ma più del modulo conta la mentalità”.

Benitez ha inoltre parlato della difesa a quattro, spiegando che si tratta dell’impianto che preferisce anche se a Liverpool ha utilizzato la retroguardia a tre.

Quando vi ritrovate tra allenatori a discutere di calcio, il calcio è ancora bugia? “Se, faccio un esempio, mi trovo con Ancelotti, so che del Real non mi dirà tutto né io del Napoli. Su tutte le altre squadre potremmo permetterci di essere sinceri”.

Il tecnico spagnolo ha parlato anche della rimonta che, in finale di Champions, fece ai danni del Milan nel 2005. “Se ci ripenso? Sì, e anche non ci ripensassi troverei sempre qualcuno che mi chiede: ma come avete fatto? Pensi che a due minuti dall’intervallo eravamo sotto di due gol e già mi stavo chiedendo cosa avrei potuto dire nell’intervallo ai miei. E tac, becchiamo il terzo. Che ha semplificato le cose, in un certo senso. Ragazzi, ho detto, fin qui hanno giocato solo loro, proviamo a giocare anche noi e se facciamo subito un gol la situazione può cambiare. Ne abbiamo fatti tre in sei minuti e abbiamo rischiato solo su Shevchenko nel finale, ed è stato bravo Dudek. Che sapeva già come avrebbero tirato quattro dei cinque milanisti. Li avevamo analizzati. Di quella grandissima partita voglio dire un’ultima cosa: tra me e Ancelotti nessuno ha sbagliato una mossa, tutto quel che potevamo fare l’abbiamo fatto”.

Benitez è tornato sull’esperienza all’Inter, ribadendo che ha avuto poco tempo per lavorare ma riuscendo in ogni caso a vincere qualche trofeo. Lo spagnolo è tornato poi sull’esperienza al Napoli:

Cosa vede guardando avanti? “Un campionato impegnativo, ma ho fiducia nei miei giocatori”.

Mi risulta che, all’inizio della preparazione, molti fossero un po’ perplessi per la leggerezza degli allenamenti e la poca palestra, rispetto a precedenti esperienze.Guardi, l’allenatore perfetto non esiste, come non esiste il giocatore perfetto. Tutti possono migliorare come qualità tecnica, fisica o tattica, questo non si discute. Per me il calcio è 80% pallone e 20% palestra, non di più, forse anche meno. Sa quali sono i giocatori che fanno la fortuna di un tecnico? Quelli bravi a muoversi tra due linee. Come faceva Gianfranco Zola. Come fa Mata. Avendo in rosa due come Hamsik e Pandev, sotto questo profilo sto tranquillo”.

Si sta ambientando a Napoli? “Non è difficile. Grande città, calorosa. Un problema per me è che se vado al ristorante si blocca il traffico. E così il più delle volte sto qui in albergo a Castel Volturno. Casa e bottega, giusto? L’altro giorno mi hanno fatto assaggiare il babà”.

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